Psicodramma e gioco dei ruoli

15.11.2019

Lo Psicodramma è un metodo terapeutico di gruppo messo a punto intorno al 1920 a Vienna da Jacob Levi Moreno, psichiatra rumeno, fondendo approcci diversi: clinico e terapeutico, teatrale, filosofico e sociale.
E' una psicoterapia di gruppo che esplora il vissuto basata sul teatro e l'azione, un metodo che consente alla persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse dimensioni della sua vita e di stabilire dei collegamenti costruttivi fra di esse.
Moreno scoprì che portando "sulla scena", come a teatro, il proprio dramma interiore (un dolore, un rapporto difficile o conflittuale), le persone riuscivano a tirare fuori la propria sofferenza, le emozioni e cose taciute, a volte perfino a se stessi. Questa sofferenza non veniva trasmessa semplicemente con le parole, bensì con tutta la carica emotiva provata veramente in quel preciso momento, e questo aveva effetti benefici sulla persona.

Nello Psicodramma le persone possono "tornare" all'episodio doloroso, rivivendolo. Il fatto di sperimentarlo di nuovo permette di: entrare dentro se stessi, comprendere le proprie emozioni e liberare quelle negative rimaste "bloccate", fare luce sui propri schemi mentali, i propri bisogni, sul perché dei propri comportamenti o del proprio dolore.
Il fatto di mettere in scena il proprio mondo interiore in un contesto protetto - insieme a uno o più terapeuti - permette inoltre di fare un'esperienza positiva, in cui non solo ci si può liberare dal proprio dolore, ma anche diventare consapevoli delle proprie risorse, della propria forza interiore e della propria inventiva. Il fatto di farlo insieme a un gruppo facilita il confronto e l'apertura verso gli altri. In questo modo lo Psicodramma offre la possibilità di "giocare" e mettersi in gioco, usare la fantasia ed "esplorare" la propria creatività per concretizzare sulla scena le proprie rappresentazioni mentali ed imboccare la via di un cambiamento che conduce all'autonomia e alla spontaneità creativa.
Le sessioni di psicodramma possono essere finalizzate alla crescita personale (quando la partecipazione al lavoro psicodrammatico è essenzialmente orientata alla conoscenza di sé) o alla formazione professionale (quando la partecipazione al lavoro psicodrammatico sia orientata primariamente ad acquisire una maggiore competenza nel gestire professionalmente le relazioni interpersonali); lo scopo è l'allargamento della spontaneità e l'esplorazione di nuovi ruoli e modelli cognitivi nella vita privata e nel lavoro.
Questa tecnica di gruppo è sostanzialmente semplice: prevede una o più sessioni consecutive (solitamente della durata di due ore ciascuna), costituite da tre fasi: la prima riguarda il riscaldamento del gruppo, la seconda implica lo svolgersi del gioco propriamente detto, la terza contempla la condivisione finale.
Una volta chiarita la trama della scena e quali figure la popolano, il regista domanda al protagonista di indicare chi saranno i suoi ego ausiliari, cioè i membri del gruppo che meglio si prestino ad interpretare i personaggi enucleati ("gioco dei ruoli").

Tra le tecniche usate ci sono:

  • inversione di ruolo: ci si scambia il ruolo e si vestono i panni dell'altro per osservare se stessi con gli occhi dell'altro, per capire come "si è visti da fuori";
  • doppio: si riproduce quello che fa un'altra persona, le sue parole e le sue espressioni, per immedesimarsi in quello che sta provando;
  • specchio: si riproduce cosa fa un'altra persona, ponendola al di fuori della scena in modo che possa vedersi da fuori, come se fosse uno spettatore.

Il "gioco" aspira a produrre nei partecipanti una migliore comprensione di sé e degli altri, a migliorare la spontaneità ed allargare la comprensione di sé.


Bibliografia:
Franco Nanetti, "Clinica esistenziale", Erickson
Internet - fonti varie



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