L'obiettivo del cuore

27.12.2019

Un obiettivo è la prefigurazione di un traguardo che si vuole raggiungere, un risultato che ci si propone di ottenere, e lo si fa attraverso passi che ne determinano l'evoluzione e l'accadimento. Per trattarsi di un vero obiettivo, non di un semplice desiderio o aspirazione, esso deve essere ben formato e aderente alla realtà:

  • L'obiettivo deve essere esplicitato in termini positivi, dato che la mente non computa il negativo.
  • L'obiettivo deve essere formulato in termini sensorialmente basati, cioè deve essere tangibile, raggiungibile, osservabile e verificabile, in altri termini deve essere "reale". "Essere felice" non è un obiettivo perché troppo generico, lo diventa nel momento in cui decliniamo le azioni e le condizioni che ci portano alla felicità e ci rendono tale.
  • L'obiettivo deve essere acquisito e mantenuto sotto la propria responsabilità, coerente con i propri valori, non portato avanti per compiacere qualcuno.
  • L'obiettivo deve essere etico, ecologico e cercare il bene: non deve danneggiare chi lo formula, gli altri e l'ambiente circostante (anche se è plausibile che possa causare sofferenza, ad esempio porsi come obiettivo lo smettere di fumare è un obiettivo etico, volto al bene di chi se lo prefigge, ma durante il suo raggiungimento provocherà sacrificio e fastidio)
  • Ogni obiettivo comporta la rinuncia a "vantaggi secondari"; il raggiungimento di qualsiasi obiettivo prevede un "prezzo da pagare", un sacrificio (inteso come fare-sacro) nel quale immergersi temporaneamente per poterlo realizzare, ad esempio l'obiettivo di avere un figlio comporta per i genitori, insieme alla soddisfazione e la gioia della nuova nascita, anche la rinuncia ad avere il tempo tutto per sé.

Dopo avere concretamente formulato un obiettivo, è molto importante usare la pratica dell'immaginazione, cioè vedersi durante e dopo la realizzazione dell'obiettivo stesso, chiedersi come ci si sentirà dopo una settimana, un mese, chi ne sarà felice, e così via.
La mente non sa differenziare realtà ed immaginazione: se ad esempio ora chiudessimo gli occhi ed iniziassimo ad immaginare la nostra pietanza preferita, rappresentandocela come se ce l'avessimo dinanzi, immaginando il suo sapore, il suo odore, il suo tepore e fantasticando di vederla ed annusarla di fronte a noi, con molta probabilità ci verrebbe l'acquolina in bocca; il corpo reagisce agli stimoli della mente, alla quale abbiamo fatto credere di avere del buon cibo di fronte. La mente non distingue fra immaginazione e azione, di conseguenza l'immaginazione vince sempre ed è quindi fondamentale, nel perseguimento di un obiettivo, porre la nostra immaginazione orientata al suo raggiungimento, "fare finta che" lo abbiamo già raggiunto, predisporre la mente ad essere già nella condizione che vogliamo ottenere.

L'obiettivo del cuore è un obiettivo speciale, si potrebbe definire la cosa più importante che si vuole realizzare, è la propria "mission", una sorta di "vocazione" sulla quale di fondano tutti gli altri obiettivi minori. Per individuare un obiettivo che venga dal cuore, possiamo inizialmente porci delle domande "guida", come ad esempio:
Chi sono?
Cosa voglio per la mia esistenza?
Chi voglio diventare?
Quali sono i valori per me importanti?

che ci permettono di contattare la nostra dimensione più intima ed aiutarci a capire verso dove orientare la nostra attenzione per definire obiettivi congrui con i nostri valori e congrui con ciò che siamo.

Per orientarci ulteriormente nella ricerca del nostro obiettivo del cuore possiamo analizzare i seguenti passi:

  • l'indicatore della mancanza: individuare quali sono i nostri bisogni più importanti, cercando di sentire cosa ci rende insoddisfatti.
  • la consapevolezza del proprio copione di vita: individuare gli aspetti del nostro copione di vita, del nostro adattamento di personalità che non desideriamo più, ci aiuta a definire comportamenti, pensieri, azioni più consoni ai nostri obiettivi.
  • sentire il corpo: il corpo non mente mai, ed è il terreno sul quale agiscono le nostre emozioni ed i nostri pensieri. Sentire nel corpo, nella pancia, permette di percepire le emozioni e quindi cogliere i nostri bisogni, le effettive necessità. Vi è sempre congruenza tra pensieri ed emozioni, quindi identificare le emozioni consente di comprendere con esattezza che cosa è importante per noi.
  • la mediazione dell'inconscio: la via per accedere al desiderio del cuore è riattivare la nostra capacità di sognare, attraverso la quale possiamo percepire cosa intendiamo realizzare, costruire, compiere, sentire la gioia della passione per la realizzazione di quello che siamo capaci di immaginare.

    "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni" (E.Roosevelt).
    L'inizio di ogni percorso di cambiamento di compie nella capacità di sognare, nella possibilità cioè di cogliere la percezione viva di quello che si desidera portare a compimento.

  • La mediazione della bellezza: stare in contatto con la bellezza, che può essere la contemplazione della natura, di un'opera d'arte, di un bambino che gioca, saper cogliere la bellezza anche in un contesto apparentemente difficile, aiuta a cogliere l'intensità delle emozioni e la forza dei nostri desideri.

E' necessario agire con volontà, ma senza ostinarsi o essere intransigenti, perché ogni pretesa è causa di infelicità, quindi ricordiamo sempre di impegnarci negli obiettivi di cambiamento che desideriamo portare avanti e di amarci oltre ogni fallimento qualora il nostro obiettivo non andasse a buon fine, essendo pronti a trovare obiettivi alternativi. L'amore e l'accettazione di noi stessi sono strumenti sinergici al raggiungimento delle mete che ci si prefigge.

Ci sono obiettivi di funzione ed obiettivi di intenzione. L'intenzione è la meta cruciale, gli obiettivi di funzione sono le azioni intermedie propedeutiche al raggiungimento dell'intenzione.

Nel tentativo di declinare un obiettivo, ricordiamoci di non soffermarci alla sua semplice definizione, ma di andare a fondo e cercare di individuare il vero motivo collegato a ciò che si desidera avverare. E' bene chiedersi il perché, è importante fermarsi a riflettere sulle motivazioni che ci spingono a voler raggiungere i nostri obiettivi. Nel farlo ci si potrebbe anche accorgere di volerli rivedere.
Ad esempio il mio sogno potrebbe essere quello di imparare a suonare la chitarra, e riflettendo sul perché io lo desideri, potrei scoprire che ciò che mi motiva è la convinzione che le persone che sanno suonare la chitarra sono popolari a scuola. Una simile giustificazione non mi rende necessariamente determinato, quindi potrebbe essere il momento di fermarmi e trovare un modo più semplice per raggiungere il mio vero obiettivo, cioè quello di migliorare i miei rapporti sociali.
Un altro esempio: se un amico dichiara come obiettivo "il fare più soldi", prima di impegnarci subito ad aiutarlo in questa sua richiesta è bene capire insieme a lui dove si colloca questo desiderio nella prospettiva di una mission ben identificata. L'obiettivo potrebbe essere strategico al costruire una casa più grande per la famiglia, o a creare un benessere per sé che ora manca, o poter donare una prospettiva di lavoro a più persone, oppure potrebbe essere un obiettivo strategico al cospetto del fatto che quella persona si sente incapace di avere relazioni affettive perché non si piace. In questo caso, se una persona non si piace, è inutile che la si aiuti a fare più soldi, è invece necessario andare all'obiettivo del cuore, e comprendere, ad esempio, se dietro questo obiettivo di fare più soldi non ci sia l'idea di volere più potere, forse perché il proprio potere personale lo si sente fallace.

E' necessario cioè andare a lavorare prima sul disagio, guarire il disagio, e ridefinire obiettivi che non siano mossi da un disagio, bensì da un desiderio.

Le modalità di realizzazione di un obiettivo passano attraverso le fasi riportate fino ad ora, cioè dalla sua corretta definizione, all'osservazione di noi stessi, alla determinazione di step intermedi che siano obiettivi minori funzionali all'obiettivo finale.

Altri consigli utili si possono trovare in diversi approcci, dalla PNL, al Coaching, fino ad arrivare ai testi antichi, come ad esempio "L'arte della guerra" di Sun Tzu, che scriveva: "Chi non calcola affatto perderà, chi calcola poco avrà un esito incerto, chi calcola molto vincerà", quindi: la previsione degli effetti delle proprie decisioni, una buona ed accurata pianificazione, l'identificazione di possibili ostacoli (valutandoli in anticipo si avrà la possibilità di pianificare delle potenziali soluzioni), una buona disciplina, costante impegno e quotidiana dedizione. E' utile mantenere alta la motivazione, tenendo traccia dei propri progressi, sottolineando i buoni risultati che si stanno ottenendo e l'impegno che si sta mantenendo. Se sentiamo che è più stimolante per noi, possiamo chiedere il sostegno di un tutor, che può essere anche un amico che ci sostiene, oppure trovare un compagno che condivida lo stesso obiettivo, per spalleggiarsi e motivarsi a vicenda.
Ogni "trucco" propedeutico al nostro successo (dove per "successo" intendo "far succedere le cose" che si desiderano) è cosa buona per la realizzazione dei nostri obiettivi, considerando che, a seconda del nostro tipo psicologico, qualcosa buono per un altro può non essere altrettanto valido per noi e viceversa. Ad esempio, alcune persone si sentono positivamente spronate da una modalità più dura ed inflessibile rispetto ad una dolce e comprensiva, perchè la prima le fa muovere, la seconda le fa sentire scusate a sedersi sugli allori, viceversa qualcuno può sentirsi più incentivato al fare se spronato attraverso la dolcezza.

Bibliografia:
Franco Nanetti, "Coaching life", Pendragon
Franco Nanetti, "Il cambiamento intenzionale", Pendragon



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